Oggi ho visto un film di animazione straordinario che mi ero persa perchè in Italia è uscito solo in blu-ray e DVD nel 2010: “9”. Il film, diretto da Shane Acker e basato sull’omonimo cortometraggio del 2005 dello stesso regista (tra l’altro corto con cui fu candidato all’Oscar nel 2006), è prodotto da niente di meno che da Tim Burton e Timur Bekmambetov.

Sospeso tra fantasy e avventura “9” racconta di un futuro – neanche troppo lontano a dire il vero – dove la tecnologia ha preso il sopravvento su quell’umanità che l’ha tanto spinta oltre, arrivando grazie ad alcune diaboliche macchine programmate in prima istanza proprio dagli uomini, a sterminare la popolazione. Uno scienziato però nel suo laboratorio è riuscito a portare alla vita nove piccole creature di pezza e a loro spetterà l’incredibile compito di salvare il mondo.

9 final movie poster Shane Acker

Nonostante il film sia realizzato in computer graphic per tutta la visone si ha un senso quasi mistico (forse dettato dai pupazzi o forse proprio per la bellezza dell’animazione) di identificazione con la tecnica del passo uno (tecnica per altro molto amata e usata dallo stesso Burton, basti pensare a “Nightmare Before Christmas” o a “La Sposa Cadavere”). I personaggi e il mondo creati da Shane Acker detengono quasi un primato di tridimensionalità fisica ed esistenziale che però è assolutamente immateriale e basata su una grafica netta e vivida. La forza dei personaggi è dettata anche dalle grandi voci che li rappresentano: su tutti 9 ha la voce di Elijah Wood che rende perfettamente l’animo di un personaggio ingenuo ma che non ha paura di seguire il suo istinto, forse proprio grazie all’associazione con la sua interpretazione ne “Il Signore degli Anelli”, ma anche Jennifer Connelly (Premio Oscar per “A Beautiful Mind”) è perfetta per l’eroina 7. Tra gli altri adorabili i personaggi di 3 e 4 che comunicano visivamente e non verbalmente, degli scienziati mimi, che non mancano però di fascino e carisma.

Insomma come avrete capito i protagonisti del film sono 9 pupazzi di pezza, ed è incredibile come si sia riusciti a caratterizzare i vari profili umani proprio in questi 9 personaggi:

1 (la voce è Christopher Plummer) è appunto la prima creatura creata dallo scienziato e (come troppi di nostri vecchi che ingombrano politica, industria, intrattenimento – aggiungo io) in qualità di anziano si è autoproclamato saggio del gruppo.

2 (la voce è Martin Landau) è un gentile e fragile esploratore e inventore che un pò ricorda lo scienziato che lo ha creato.

3 e 4 appunto non hanno voce, il loro compito è costruire un’enorme banca dati che cataloga tutto.

5 (la voce è John C. Reilly) è una sorta di uomo comune, un ingegnere, buono e leale.

6 (la voce è Crispin Glover) è il visionario del gruppo che disegna di continuo degli strani simboli.

7 (come detto la sua voce è Jennifer Connelly) è l’unico personaggio femminile e rappresenta anche il personaggio più combattivo, coraggioso e autosufficiente del gruppo

8 non è un personaggio molto intelligente ma è il forte e muscoloso del gruppo ed è armato.

9, come da titolo, è l’eroe, l’ultimo creato. Colui che crea il dramma necessario al cambiamento e che non ha paura di affrontarlo.

“9” non è un film facilmente etichettabile. Non è da bambini ma penso che ai bambini piacerebbe molto. E’ un film ricco di riferimenti storici, di critica sociale, basti pensare alla subito dichiarata riflessione amara sull’umanità che provoca il proprio annientamento creando, utilizzando e spingendo all’estremo una tecnologia che arriva a governarla detenendo un potere (donatole dallo stesso uomo) ormai inarrestabile.

Ma i riferimenti del film non si fermano qui: sono storici (il dittatore che obbliga lo scienziato a creare una macchina che distruggerà l’umanità), legati ai media (come vengono presentate le macchine dai mezzi di comunicazione), cinematografici (i rimandi ad esempio tra la Bestia Alata e Nazgul de “Il Signore degli Anelli”)…

Insomma Shane Acker è riuscito in un’impresa epica: creare un universo assolutamente e superbamente dettagliato ma soprattutto BELLO, che cattura lo sguardo dall’inizio alla fine su questa grande storia vissuta, tra rottami abbandonati e rovine, da queste creature minuscole (alte più o meno 20cm) costrette a lottare contro mostri meccanici giganteschi a causa dell’arrivismo dell’uomo.

Un must.