Ieri sera non ho assistito ad uno spettacolo ma ad una visione al Teatro Brancaccio a Roma nell’ambito di Romaeuropa Festival. Questo è “Plexus”, una vera e propria magia che il regista e drammaturgo Aurélien Bory dedica all’universo e al corpo di Kaori Ito, danzatrice, coreografa e giovane musa ispiratrice di una intera generazione di coreografi. Lo spettacolo è un vero atto d’illusionismo messo in scena grazie a  fili e corde visibili e invisibili, alle luci, a ad un’assenza di video e tecnologia digitale che invece paradossalmente sempre presente.

 

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Bellissima la dichiarazione di Aurélien Bory che ho letto sul sito di Roma Europa: «Concependo questo ritratto di Kaori Ito –spiega il regista francese–, ho usato i mezzi del palcoscenico, partendo dalla rete interna dei nervi e del corpo che può essere il nostro tallone d’Achille, per arrivare allo spazio esterno, per intrecciare una rete di corde e reminiscenze».

 

 

Bellissima perchè la visione è stata proprio questa, dal nero il corpo di Kaori Ito ha iniziato a regalare gesti – precisi al millimetro – e suoni “personali” (tra tutti il battito del suo cuore) prima di essere risucchiata dal nero

 

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per poi svelare una vera e propria pioggia di fili, dentro la quale la danzatrice si è trasformata in una sorta di ologramma, come pattern d’onda interferenti o come l’evoluzione 2014 che ha visto un upgrade dallo stereogramma all’anàglifo (dal greco ἀνάγλυϕος, anaglyfos, “cesellato”) fino a “Plexus”, termine che in latino significa treccia, intreccio.

 

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Bory porta in scena un vero e proprio “person specific”, creando un ambiente dedicato all’individualità peculiare di Kaori Ito. Avete tempo fino al 30 novembre. Non perdetevi questa magia. Uscirete diversi.

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Kaori Ito, immersa nel mondo della danza classica giapponese dall’età di 5 anni, si è poi formata all’Alvin Ailey Dance Theatre di New York, ha attraversato stili e paesi collaborando con nomi come Sidi Larbi Cherkaoui, Guy Cassiers, Philippe Découflé e Alain Platel, fino a imporsi in qualità di interprete e autrice come uno dei fenomeni dell’arte coreutica contemporanea.
Tre anni dopo aver fondato con Olivier Alenda la Compagnie 111, Aurélien Bory riscuoteva un successo schiacciante con Plan B, realizzato in collaborazione con il regista Phil Soltanoff, aprendo la strada a lavori agli antipodi come il funambolico Taoub con il Groupe Acrobatique de Tanger o il «pezzo per due attori e un robot» Sans Objet.

PLEXUS
con Kaori Ito
ideazione, scenografia e regia Aurélien Bory
coreografie Kaori Ito
musiche originali Joan Cambon
disegno luci Arno Veyrat
direttore di palco Tristan Baudoin
suono Stéphane Ley
costumi Sylvie Marcucci
ricerca e adattamento Taïcyr Fadel
scenografia Pierre Gosselin
macchine Marc Bizet
direzione tecnica Arno Veyrat
produzione e booking Florence Meurisse, Léonor Manuel, Christelle Lordonné, Marie Reculon
produzione Compagnie 111 – Aurélien Bory
co-produzione Le Grand T théâtre de Loire-Atlantique Nantes, Théâtre Vidy-Lausanne, Théâtre de la Ville Paris, Le Parvis scène nationale Tarbes-Pyrénées, Les Théâtres de la Ville de Luxembourg, La Coursive scène nationale de La Rochelle, Agora pôle national des arts du cirque Boulazac-Aquitaine
prove Le Grand T théâtre de Loire-Atlantique Nantes, Théâtre Garonne scène européenne Toulouse, Théâtre Vidy-Lausanne

La Compagnie 111 – Aurélien Bory è scritturata dal Ministère de la Culture et de la Communication – Direction Régionale Affaires Culturelles Midi-Pyrénées, Region Midi-Pyrénées e Ville de Toulouse con il sostegno dell’Usine teatro sovvenzionato per l’arte di strada – Tournefeuille Toulouse Métropole
e si avvale inoltre del supporto del Conseil Général de Haute-Garonne per lo sviluppo dei suoi progetti.

La Compagnie 111 – Aurélien Bory è artista associato de Le Grand T, Scène conventionnée Loire-Atlantique/Nantes. La Compagnie 111 – Aurélien Bory è artistia invitato del TNT – Théâtre National de Toulouse Midi-Pyrénées e artista supportato del Théâtre de l’Archipel scène national in Perpignan.