Che emozione. Finalmente stasera si è svolta la conferenza di Barry Purves nell’ambito dei Talking IED 2014. Era da tanto che avrei voluto portare Purves a Roma ed è stato emozionante riuscire ad organizzare questo evento. La sua arte incredibile mi ha conquistata dal nostro primo incontro. E ogni aspettativa è stata assolutamente rispettata! Barry ha mostrato, ad una sala veramente stracolma di studenti e appassionati che sono arrivati anche da altre regioni, i suoi lavori a partire dallo showreel: 4 minuti di arte pura per riassumere la sua straordinaria carriera.

C’è stato un che di “mistico” nell’incontro. Barry ha mostrato “Next”, “Plume”, “Achillis”e “Tchaikovsky”. Quattro capolavori che ben conoscevo (e che se non avete visto dovete assolutamente vedere), ma soprattutto ha parlato della sua modalità di lavoro, il sentimento e il rispetto nutrito per quei “puppets” che nelle sue mani diventano un incredibile strumento di narrazione del suo io più profondo. Guardando le opere di Barry succede qualcosa di strano, succede di scordarsi all’improvviso che sullo schermo si muovo dei pupazzi animati in stop motion, succede di provare emozioni profonde e di riconoscere un’umanità oggettivamente non presente ma assolutamente reale e riconoscibile negli occhi dei pupazzi.

Un’occasione straordinaria per riflettere su cosa è realmente importante quando si affronta una produzione: la storia, i personaggi. Il resto passa decisamente in secondo piano. La scenografia, gli effetti, tutto. Il messaggio, qualunque esso sia, è quello che deve arrivare e arriva proprio come nella classica tragedia greca dove il ruolo importantissimo di poter esprimere idee anche controverse veniva affidato al coro che, indossando una maschera e quindi creando una distanza, era portatore della verità. Come diceva in maniera, as usual brillante, Oscar Wilde: “Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero”. Questo è quello che permette a Barry di parlare di sé e di tradurre nei suoi personaggi drammi, gioie, grandi domande. A noi pubblico la libertà dell’interpretazione. Ognuno di noi in sala, ne sono sicura, ha visto qualcosa di differente, ha riflettuto su concetti diversi.

Qui un brevissimo estratto della lezione.