“Io chiedo, quando sarà, che l’uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare e il vento si poserà” (Francesco Guccini Auschwitz).

Oggi 27 gennaio 2015 è la Giornata della Memoria. Per celebrare questa data così importante da ricordare sono stata a casa della mia cara amica e vicina Giulia (io non ho la tv) e abbiamo guardato insieme “Il bambino con il pigiama a righe” e The Night will fall“, il documentario montato nel 1945 sulle indicazioni di Alfred Hitchcock. Questo documentario è stata una sorpresa. Pur essendo una studiosa di cinema e avendo ben approfondito il cinema di Hitchcock, non ne ero a conoscenza, così ho deciso di documentarmi.

Nel 1945 ad Alfred Hitchcock venne dato l’incarico di dirigere un documentario sull’Olocausto mettendo ordine fra ore e ore di immagini girate dai cameraman dell’esercito britannico e sovietico nei campi di concentramento nazisti subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. Non oso immaginare quanto fu arduo questo compito perchè, proprio con Giulia, riflettevo su come – per quanto ci siamo documentate, abbiamo studiato, abbiamo visto documentari e film e siamo entrambe andate a visitare i campi di concentramento – non ci si abitua mai all’orrore a alla totale assenza di umanità che portano con sé le immagini dei campi. Ed in effetti fu talmente arduo questo compito che fu ultimato a fine ’45 giusto in tempo perchè gli Alleati avessero cambiato idea: se con l’attribuzione del filmato il loro intento era mostrarlo ai tedeschi per  far percepire la loro colpa e accettare la responsabilità collettiva, a fine anno e a fine documentario si pensò che era troppo rischioso compromettere in questo modo i rapporti. Così il documentario rimase dimenticato all’Imperial War Museum di Londra finchè venne trovato quasi per caso da un ricercatore americano negli anni ’80 e ne fu proiettata una versione incompleta e di bassa qualità al Film Festival di Berlino nel 1984. Nel 1985 la rete televisiva pubblica americana Pbs lo trasmise. Solo oggi però (nel 2015) ne abbiamo versione originale restaurata digitalmente con il nuovo titolo “The Night will fall” (non più “Memory of the camps”, titolo usato al festival di Berlino e per la trasmissione della Pbs ).

Il documentario mette i brividi davvero. Nonostante il fatto che oggi “siamo preparati”, abbiamo contestualizzato, studiato, analizzato. Non basta, ad un orrore del genere non si può mai abituare. Nel filmato si vedono pile di cadaveri, le fosse comuni, poveri corpi denutriti e defunti che vengono gettati nelle fosse, prigionieri con ancora addosso l’uniforme a strisce dei lager (molti di loro vivi al momento della liberazione non sopravviveranno perchè incapaci di ricevere cibo dopo tanto o per le mattie), internati che fanno la doccia per la prima volta senza il timore di finire in una camera a gas. Le immagini sono crude perchè reali e filmate proprio sul momento e non ricostruite.

E’ stato faticoso guardare questo documentario, ma io ricordo e voglio ricordare. Anche per questo sono stata due volte ad Auschwitz e Birkenau con il Treno della Memoria organizzato da Terra del Fuoco. L’ultima volta ci sono stata con i miei figli, perchè anche loro imparino il valore della memoria. Anche per questo sono tesserata all’ANPI.  Noi possiamo fare la differenza. In primo luogo ricordandoci che in quel terribile massacro non morirono soltanto gli ebrei ma i rom, gli omosessuali, gli intellettuali, i comunisti, i dissidenti e molti altri. Ma soprattutto, guardandoci attorno e condannando con forza il razzismo, i soprusi, le guerre, le situazioni al limite dell’umano (come quella che – in un assordante silenzio internazionale – sono costretti a vivere i palestinesi.

Anch’io davvero mi chiedo quando sarà che l’uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare e il vento si poserà.