Ci sono incontri da non perdere e basta. Il 3 settembre alle 18 in Piazza Persiani Nuccitelli (Pigneto) è una di quelle date, ci sarà infatti l’incontro con Raúl Zibechi e Oscar Olivera.
Raúl Zibechi, nato a Montevideo, è conosciuto a livello mondiale soprattutto per la sua attività di giornalista, ma è anche uno scrittore che studia, racconta e accompagna il cammino dei nuovi movimenti de los de abajo in tutta l’America Latina. Nei suoi scritti più recenti, occupandosi sia di lotte indigene che di lotte prettamente metropolitane, ha individuato alcuni nodi che, a nostro avviso, concernono tutte le lotte che, ovunque, oggi, per combattere il capitalismo, si misurano con la questione del territorio e delle forme di vita.
Nell’ipotesi di Zibechi a noi sembra che sia il territorio ad essere il “soggetto” delle lotte poichè non è pensato e vissuto in maniera neutra, ma in quanto abitato da una fitta rete di relazioni, affetti e modi di organizzare la vita che, quando entrano in resistenza, costruiscono mondi eterogenei alla realtà capitalista. Sono queste forme di vita che allo stesso tempo costituiscono le forme di organizzazione della lotta e che, perciò, si possono dire autonome.

Da qualche anno, Oscar Olivera, operaio e dirigente politico e sindacale, inventa piccoli orti nelle scuole per l’autoconsumo delle famiglie e trascorre più tempo possibile con le sue gemelline. Anche lui, però, viaggia molto e in tutti continenti del pianeta. A quindici anni di distanza, non hanno mai cessato di invitarlo a raccontare come e perché la gente della città boliviana di Cochabamba abbia potuto vincere il potere dello Stato e delle multinazionali nella prima, importantissima guerra del secondo millennio, quella dell’acqua.

L’incontro, pubblico, aperto a tutti, si terrà in piazza Persiani Nuccitelli, un luogo che si cerca di sottrarre al consumo e di usare come spazio di convivialità. A seguire abbiamo organizzato una grande cena a sottoscrizione libera per conoscerci, immaginare e continuare a discutere.

 

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«Fare secessione non significa rompere con il territorio nazionale ma con la geografia esistente e disegnarne un’altra, discontinua, intensiva, come un arcipelago – e dunque andare incontro ai luoghi e ai territori che ci sono vicini, anche se bisogna percorrere 10.000 chilometri».

Per chi vuole approfondire la conoscenza dei testi di Zibechi può leggerne gli articoli su Comune.info o cercare i suoi ultimi libri tradotti:

Disperdere il potere. Le comunità aymara oltre lo Stato boliviano, Carta
Territori in resistenza. Periferie urbane in America Latina, Nova Delphi
Alba di mondi altri. I nuovi movimenti dal basso in America Latina, Hermatena