Non vado spesso a vedere spettacoli di danza, quindi chiaramente la mia recensione sarà da utente, cioè improntata in maniera del tutto emozionale. Da quando ho messo i piedi fuori dall’Auditorium della Conciliazione non ho smesso di canticchiare e volteggiare: “Lo Schiaccianoci” è stato per me una folgorazione!

Quello che mi ha maggiormente colpita è la scelta del coreografo Mario Piazza  di indagare gli aspetti più sinistri  di un racconto sempre moderno che non smette però di trascinare nella dimensione onirica e del sogno come solo le fiabe sanno fare. La scena non offre dettagli natalizi, se non un albero sintetizzato dalle luci, ma è arricchita dall’alienazione offerta in maniera maestrale dalle creazioni video che occupano gli schermi (opera di Tiziana Amicuzi, Emanuela Bonella e Raffaella Bonsignore). Le tv simbolo dell’estraneamento e dell’inganno della nostra epoca. Simbolo riuscito al suo massimo nella citazione quasi Buňuelliana degli occhi che guardano i protagonisti dagli schermi sovvertendo il gioco del guardante-guardato in un voyeurismo meccanico al contrario.

Lo Schiaccianoci diventa lo specchio stesso dell’inquietudine della giovane Clara nella delicata fase di passaggio da infanzia ad adolescenza, incubi, drammi, perdita di alcune certezza e recupero di nuove, seppure con un pieno rispetto della splendida partitura di Pëtr Il’ič Čajkovskij.

Fantastico tutto il corpo di ballo e plauso particolare al bravissimo Andrè De La Roche (Schiaccianoci e Fata Confetto) che commuove, diverte e rende l’intero balletto pregno della sua presenza.

Davvero stupendo!