modiglianiDal 23 giugno al 10 settembre nella splendida cornice di Palazzo Barberini, che ospita il Museo Archeologico Nazionale, a Palestrina si ha la possibilità di visitare la mostra “Modigliani dal Classicismo al Cubismo”. Un  percorso espositivo costruito sul confronto e le influenze che l’arte classica ha avuto sulle avanguardie dei primi del Novecento.
Quasi un paradosso se si pensa che quello che ha animato le avanguardie di inizio XX secolo è stata proprio una frattura con il passato che ha dato alla creatività una nuova forma estetica mentre i grandi saloni erano ancora legati all’Impressionismo; 30-40 persone sono riuscite a sconvolgere la tradizione e a creare la storia di un secolo rivoluzionando la percezione dell’arte figurativa colpendo proprio la tradizione che si difese cercando di soffocare questa rivoluzione estetica che, a tutti gli effetti, cambiò il mondo attraverso una modifica radicale dell’estetica, dell’arte, della forma ma anche del modo di parlare e di vestirsi. Un cambiamento sociale.
La mostra rapprenta un’occasione preziosa per incontrare l’opera di Modigliani e di altri grandi protagonisti della Parigi bohemienne di inizio secolo come Pablo Picasso, Max Jacob, Kisling, Marevna e Tsuguharu Foujita.
Questi artisti, legati da amicizia, sinergia, avventura, arte e amore sono gli indiscussi protagonisti di un accostamento non semplicemente cronologico ma anche tematico con oltre 50 opere esposte tra le quali spiccano le celebri sculture, come la “testa di giovane con frangia”, che ci mostrano l’incredibile incontro tra il finito e il non finito dettato dall’utilizzo abile del martello e dello scalpello sulla pietra. Opere realizzate in taglio diretto con una parte davanti levigata e una parte retrostante abbozzata e non levigata. Opere che Modigliani amava bagnare la sera, con un piccolo virtuosismo, per renderle più “vive”.
L’accostamento tra queste “scandalose” opere del XX secolo e le opere greche, romane di 2000 – 2500 anni fa è emozionante in particolare nella sala dove si trovano i cippi di calcare a forma di pigna o di busto femminile, realizzati nel IV e III secolo a. C., usati per segnalare le Necropoli.
Una mostra da non perdere e da sfruttare anche per una gita tra gli splendori di Palestrina, una comune con una disposizione urbana a terrazze dominate dal Santuario della Fortuna Primigenia realizzato negli ultimi decenni del II secolo a. C.
La mostra, realizzata dal Comune di Palestrina e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio con la collaborazione e la direzione scientifica del Modigliani Institut – Archives Légales Paris-Rome, è facilmente raggiungibile anche da Roma attraverso un servizio di navette dedicate che partono tutti i giorni da Stazione Termini o con il treno da Termini a Zagarolo dove è attivo un servizio navetta.

Chiara Giorgetti Prato
23/6/2010
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