che l argentino

Capita raramente di trovare una metamorfosi che riesca a catturare l’essenza, la riproducibilità, lo sdoppiamento della persona.
Eppure quei lineaamenti, quella barba, il sigaro, quel rigore…Wow. Benicio del Toro è il Che almeno quanto Val Kilmer è stato Jim Morrison!
”L’argentino”, parte prima dell’enorme sforzo di Soderbergh (10 anni di preparazione), è finalmente nelle sale italiane. Da “I diari della motocicletta” ero uscita delusa, un pò provata. Da questa sala sono uscita pensando che manca un mese per vedere “Guerriglia” (la seconda parte).
In questo “one man film” dove tutto si catalizza/è catalizzato dalla figura del Comandante, si vive un senso forte di sraniamento.
Seppur conosca la storia del Che a menadito (e io, a differenza di Soderbergh, di anni ne ho impiegati 15 a leggere di tutto) le immagini di questo film hanno una forza irruenta, un misto di realismo e significato altro che tocca corde più o meno collettive ma, certamente, intime.
Lo straniamento è dovuto a questa presenza totalizzante così fisica (l’asma, il sudore, lo sporco, la fatica) e quindi così umana che, allo stesso tempo, è leader nell’essenza come nessun “umano” è. Il Che-Benicio del Toro (meritatissima Palma d’oro a Cannes) è leader dalla prima scena. Lo è perchè ha metodo, fegato, cuore, rigore, etica. Lo è perchè a modo suo è spietato. Lo è perchè sa cosa vuole e sa come averlo.
Eppure il leader che catalizza i nostri sguardi e cattura tutto il pubblico che lo segue arrancando in foreste selvagge, su stradine sporche, percorsi faticosi, ecco eppure il leader sottostà senza opposizioni ai comandamenti di Fidel.
Il Comandante è comandato. E qui ancora perfezione. Perchè il comunista, il combattente, il partigiano hanno rigore e rispetto, mettono la loro vita in mano alla Rivoluzione, affondano le loro mani nella causa, sporcandole di terra e sangue, sono guidati da grandi sentimenti d’amore, ma, soprattutto e anche, riconoscono il loro ruolo di entità utile alla composizione di un collettivo più ampio. La rivoluzione è di tutti i cubani. Ed è firmata da Fidel.
E mai come ora noi avevamo bisogno di ricordarci che per la libertà si lotta.
Chiara Giorgetti Prato
Roma 15/4/2009
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