Domani è il 25 aprile, il 69° Anniversario della liberazione d’Italia, un giorno fondamentale per la storia d’Italia, simbolo del termine della seconda guerra mondiale nel paese, dell’occupazione da parte della Germania nazista, iniziata nel 1943, e del ventennio fascista. Quest’anno come non mai questa data ha un valore particolarmente forte. I segnali che giungono da molti paesi dell’Europa e dall’Italia stessa devono essere un vero e proprio monito di allerta. Cita giustamente il sito dell’ANPI nell’appello del Comitato permamente antifascista: “Preoccupano le recrudescenze del neofascismo e del neonazismo e l’avanzata della destra più nera, a partire dalla Francia, ma anche in molti Paesi d’Europa, compresa l’Italia. Questo ci impegna a celebrare il 25 aprile, Festa nazionale della Liberazione, con un particolare vigore, che, esaltando la memoria dei combattenti per la libertà e dei tanti che per essa persero la vita, punti a rafforzare la democrazia ed a garantire la pace. L’unità di tutti i sinceri democratici e antifascisti è lo strumento migliore e più solido per uscire dalla crisi economica, politica e morale e per ricostruire quella democrazia, in Italia e in Europa, che è la più efficace garanzia di libertà, uguaglianza e dignità.”

Il 25 aprile è una data che ci deve riportare alle origini del nostro Paese, costruito grazie all’intervento di donne e uomini che sentirono che era arrivato il loro momento e che per dare una opportunità al futuro bisognava esserci. Spesso quando si parla di giornate importanti come il 25 aprile o il 1 maggio vengo colta da uno sconforto incredibile. Sarà che io ho sempre ritenuto importantissima la memoria di quello che è stato, sarà che per me i morti non sono mia stati tutti uguali, sarà che ho sempre cercato di attivarmi per portare avanti alcuni principi ma sentire lo spaesamento e la non comprensione di queste date da parte di tantissime persone (e di tanti, troppi giovani) mi fa vermente male. Eppure la nostra storia, la nostra libertà è da ricordare con vigore e passione, per questo invito tutti a spendere un pò di tempo a documentarsi sulla nostra storia e a trovare la modalità di tramandarla con passione, così come hanno fatto econtinuano a fare i partigiani soprattutto ricordandoci che noi abbiamo avuto l’onore di conoscerli, a noi quindi l’onere/onore di raccontare e di impedire opere di revisionismo. A noi l’onore di rivendicare la nostra storia, una storia per la quale tanti e tante hanno sacrificato tutto, fino alla stessa vita e tutto in nome di un concetto base che spesso dimentichiamo: un mondo migliore è possibile ed è nostro dovere lottare per far sì che i nostri figli possano sperare in un mondo migliore rispetto a quello attuale.

Buon 25 aprile a tutti.