Appena laureata in Storia e Critica del Cinema, ho comprato una videocamera e il mio primo progetto pensato e scritto era quello di trasformare in immagini i racconti sulla Linea Gotica di mio nonno Aldo . Lui quei racconti li aveva vissuti e a Sant’Anna di Stazzema la mia bisnonna Argene aveva perso una parente. Purtroppo oggi non ci sono più nè la mia bisnonna nè il mio nonno. Il documentario è rimasto un sogno nel cassetto. Ma da allora sono tesserara all’A.N.P.I. e oggi, con questa visita a  Sant’Anna, questo post e con l’aiuto delle riprese di Giulio Pascali, voglio in minima parte trasferire queste sensazioni, questa rabbia e questa necessità di non dimenticare che porto dentro sin da bambina.La Storia

Preoccupato per la crescente attività di Resistenza, Kesselring, comandante supremo delle truppe tedesche in Italia, il 17/6/1944 emanò un’ordinanza con cui autorizzava qualsiasi misura repressiva pur di stroncare il movimento partigiano. Il sistema difensivo sull’Appennino Tosco-Emiliano a protezione delle risorse agricole e industriali della Valle Padana era fondamentale per i tedeschi. Fu attuata una vera e propria “strategia del terrore” che, nell’estate del 1944, provocò in tutta la Toscana quasi 4000 vittime.  Molte furono le località dove i nazifascisti seminarono terrore e morte: Sassaia, Sant’Anna di Stazzema, Valla, Bergiola e tante altre per un totale di circa 2000 morti. Il 12 agosto 1944 trucidarono 560 innocenti (per lo più donne, anziani e bambini). Alle 3 del mattino circa 250-300 SS divise in 4 colonne partirono da Pietrasanta su dei camion, raggiunsero Sant’Anna e la circondarono da 4 punti diversi. Le persone pensarono che si trattava dell’ennesimo rastrellamento invece, in poco più di tre ore, i nazisti chiusero nelle stalle o nelle cucine delle case 560 innocenti e li uccisero a colpi di mitra e bombe a mano per poi dar fuoco a tutto. Le donne pagarono il prezzo maggiore. Tante le storie come quelle di Evelina Berretti che proprio quel giorno stava partorendo: le SS le squarciarono il ventre e spararono al bambino ancora legato al cordone ombellicale.

Il Museo Storico della Resistenza

E’ stato allestito nella ex scuola elementare costruita negli anni ’30. all’esterno presenta una lapide in marmo che riporta l’ode di Calamandrei a Kesselring  (vedi immagine), di fianco, sulla facciata, è posta una scultura in bronzo che riproduce un particolare di Guernica di Picasso. L’intervento allestitivo dell’Architetto Pellegrini ospita una mostra che ripercorre cronologicamente la Resistenza in Versilia dando ampio spazio alle stragi naziste nel settore Tirrenico della Linea Gotica. Nella sala al piano superiore è ospitato anche un estratto della mostra fotografica realizzata da Oliviero Toscani, “I bambini ricordano”, con le fotografie e le testimonianze dei superstiti.

Le emozioni

Siamo usciti piangendo, scossi, arrabbiati, tubati. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare una superstite ottantottenne che con noi ha conviso, attraverso i suoi occhi segnati, quei terriili ricordi.

La memoria storica collettiva è un dovere civico. Rendere la memoria storica collettiva una memoria connettiva è uno dei nostri scopi come Urban Experience.

 

Le videotestimonianze diventano videotag