Ieri sera ho visto un documentario bellissimo che mi ha passato la mia amica Alessia. Raramente capita di vedere un prodotto di questo livello, accattivante, tecnicamente veramente curato e soprattutto che racconta, senza cadere nelle facili trappole della denuncia politicizzata, una situazione terribile ma reale come quella della vita nella Striscia di Gaza.

Striplife racconta infatti la “everyday life” di sette persone di età, sesso e classe sociali diverse, unite dal fatto di essere nati nella Striscia di Gaza, un territorio, lungo 41 km e largo 7 km, che oggi è vittima di un vero e proprio genocidio (parole mie), ma che da un tempo lontano rmai è in costante situazione di conflitto con “il vicino confinante”: Israele. Il documentario inizia raccontando un evento insiegabile avvenuto nella notte: decine di mante si sono arenate sulla spiaggia principale di Gaza City e tantissimi pescatori, con i loro carretti, sono accrorsi per prendere il pesce. La città si sveglia e con lei le sue storie. Due fratelli, un contadino, una ragazza che deve essere ripresa, un corteo, un fotografo che ha perso le gambe, il canto del muezzin, i ragazzi del Parkour Team. Persone insomma.

Il documentario è stato girato da un gruppo di cinque registi italiani (Nicola Grignani, Alberto Mussolini, Luca Scaffidi, Valeria Testagrossa e Andrea Zambelli) che sono riusciti a raccontare una Gaza diversa rispetto a quella che viene catapultata nelle nostre case da tg o servizi umanitari. Una Gaza che vive – certo confrontandosi ogni singolo giorno con il dramma del conflitto, delle uccisioni, delle distruzioni e dei bombardamenti – una Gaza che sogna, lavora, canta, coltiva, pesca, crea.

Un documentario da non perdere!

Qui il trailer:

 

 

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Produzione: Trasparenze_Teleimmagini factory(italy) – Kanak (palestine) – centro cultura italiano Gaza

Distribuzione: produzioni dal basso-insu^tv-cantiere dell’immaginario

Durata: (doppio formato) 72’-55’
Genere: Creative documentary
Formato: HD/colore
Nazionalità: Italy-Palestine

La produzione del film si è sviluppato in varie fasi. A marzo 2012 un gruppo di quattro persone si è recato a Gaza per effettuare un sopralluogo, entrando in contatto con realtà del territorio. Attraverso il centro italiano per scambi culturali VIK, la troupe ha dato inizio ad una collaborazione con alcuni videomaker palestinesi interessati al progetto. Da questo scambio nascono le prime idee relative ai personaggi del film. Nella fase successiva viene elaborata una sceneggiatura sulla base delle informazioni raccolte. A Gennaio 2013 uno secondo gruppo di cinque persone parte per Gaza per girare il film e in due mesi porta a termine le riprese. Durante questa fase una casa di produzione locale, Khanan Media, si interessa al film ed entra in coproduzione mettendo a disposizione operatori e attrezzature. (Nota produttiva tratta da Produzioni dal Basso)