Visibile agli occhi  è un’installazione ludico-partecipativa finalista al festival internazionale Vetrine Letterarie 2013 (26 – 28 settembre 2013 Giardini Naxos-Taormina presso la Boutique Bulli & Pupe di Mariella La Macchia e Giuseppe Travaglianti, via Zara 4) di Tiziana Amicuzi.
Liberamente tratta da Le città invisibili di Italo Calvino.

Ho chiesto a Tiziana di fornirci una cronaca di questo meta allestimento ed ecco il suo incredibile contributo:

Ispirandosi alle parole chiave | imparare giocando, approccio esperienziale, partecipazione attiva, interazione web/territorio, produrre facendo, alfabetizzazione digitale, apprendimento dappertutto  il progetto prevede la realizzazione di un allestimento in cui il viaggio come scoperta, come racconto di segni, di stratificazioni, di memoria; il viaggio come raccolta di oggetti, di storie, di culture; il viaggio come conoscenza si identifica con il Viaggio nella metropoli contemporanea sempre più nomade e sempre più in allestimento continuo che modifica la sua immagine perdendo peso e densità. La sperimentazione di modelli ipertestuali fa emergere il valore di comunicare immagini, suoni e informazioni attraverso la pelle degli edifici sempre più leggeri ed evanescenti, quasi membrane trasparenti che mettono in connessione un dentro con un fuori ; e i muri delle città diventano un museo a cielo aperto in cui l’ Arte per tutti trova la sua massima espressione e così “ il muro può  vivere di diverse identità diventando strumento di comunicazione attraverso il graffito” .    Il testo letterario di Italo Calvino diventa così il pretesto e lo spunto per la creazione di nuovi testi, di nuovi racconti, di nuovi layers da scrivere delle mille città possibili che si vengono a creare attraverso i frammenti che ogni viaggiatore va a ricomporre, in un contesto che è l’installazione aumentata in cui il gioco diventa il medium per esplorare, per imparare, per stimolare una partecipazione attiva attraverso gli input che i nuovi media digitali offrono ai nuovi flaneurs, ma anche il fine.    E l’interazione Arte-Scienza – e di conseguenza Analisi-Progetto – è la metodologia che si vuole applicare per individuare nuove sequenze di senso, nuove configurazioni materiali ed immateriali in un rapporto critico con la memoria, estendendo l’idea di installazione dal concetto statico di esposizione da guardare a quello dinamico di relazione con lo spazio in cui è inserito e con il pubblico da cui è fruito, ricercando la contaminazione tra lo spazio fisico, lo spazio della memoria e quello immateriale delle tecnologie digitali.

Un giardino evocativo: un muro, una strada; grandi fiori metallici che si generano dai tagli nella materia e vengono fuori come da un libro pop-up; frammenti di specchi ad evocare i mille volti delle città; un murales “con scritte stinte” che fa da membrana tra il dentro e il fuori….Una proiezione interferente tra le memorie passate e un monitor a terra che trasmette la nuvola dei tweet degli internauti collegati in rete…Parole in libertà che scorrono tra le pieghe di un tappeto nel quale si specchia il movimento continuo dei passanti….
Protagonista la luce: diretta, indiretta, proiettata che lascia trasparire, scoprire, cavità nascoste, mondi Altri celati dietro…..E il muro che divide fisicamente la vetrina che lo accoglie in quel momento, dal fuori della città, diventa una membrana permeabile, trasparente; il medium per far compenetrare i due mondi: quello reale del ‘qui e ora’ e quello virtuale della rete…
Attraverso un viaggio interferente tra spazio fisico e spazio immateriale della memoria, seguendo in ci  un’esperienza di “psicogeografia del tempo”, sono stati individuati frammenti di luoghi, oggetti ludici, immagini documentarie che  scorrono incessantemente tra le pieghe della materia, dai cui tagli – che permettono di avere infinite possibilità di formazione e deformazione – sono stati ricavati dei grossi fiori metallici.
Gli elementi che compongono l’allestimento sono: una parete; un tappeto pacthwork; una ragnatela di fili colorati che scendono da una scritta che campeggia sul murales; una multiproiezione che anima sia il Muro che la Strada; un monitor connesso alla rete che rimanda la nuvola dei tweet e i feed degli utenti..

Materiali: per il Muro è stato utilizzato il cencio della nonna, un tessuto leggero di cotone ignifugo trattato con gesso, cemento e colla vinilica, ritagli di stoffe applicate con colla a caldo, graffiti con colori acrilici e scarti di materiali plastici; i sostegni laterali sono in cantinelle di legno; per la Strada è stato utilizzato nuovamente il cencio della nonna, trattato con gesso, cemento e colla vinilica, frammenti di specchio piuma, rete metallica, carta velina e carta di giornale applicate con colla per dècoupage. Tutti i materiali sono stati reperiti dagli scarti delle lavorazioni delle aziende produttrici o riciclati.
Dietro l’allestimento reale si cela una condizione aumentata: il dispositivo tecnologico ‘invisibile’, si palesa attraverso l’interazione del pubblico/viaggiatore inconsapevole ma nello stesso tempo ‘attivo’ protagonista del farsi dell’opera. Parafrasando il viaggio di Alice nel paese delle meraviglie, dietro lo specchio si cela un mondo Altro e le città esplorate da Marco Polo si raccontano, attraverso voci femminili che solo uno spettatore attento riuscirà ad ascoltare: le voci caricate in rete su sound cloud e inserite all’interno dei qrcode codici a barre che sono disseminati come tatuaggi sulla pelle del Muro/membrana o proiettati lungo la strada…
Una condizione di multidimensionalità che prenderà vita attraverso due ‘rappresentazioni’ solo visivamente e fisicamente separate e distinte: l’installazione fisica nella vetrina e un’installazione virtuale ricostruita in una webapp geolocalizzata in rete che sarà l’estensione naturale di un esploratore desideroso di conoscenza…. L’installazione in rete identifica il viaggio come immersione nella tradizione del gioco attraverso la storia, i racconti, le memorie per uno scambio intergenerazionale.
Il sostrato culturale del progetto quindi corre lungo linee conduttrici che s’intrecciano tra loro negli allestimenti, nell’apparato tecnologico, nell’interazione con il web, fondendosi nella simultanea messa in scena ..     Guardare, toccare, ascoltare… In questo gioco di ruoli, di sguardi, di visioni, di scoperta, dove sono le istruzioni? Quale la porta da attraversare?
“E’ l’umore di chi la guarda che dà alla città di Zemrude la sua forma.”
Saranno le parole di Calvino ad accompagnarci per una nuova navigazione?
“ []L a cultura sorge in forma ludica.. la cultura è dapprima giocata .”
oppure i Situazionisti con il gioco del giorno?
….. basta scoprirlo e buon viaggio!

Spero di avervi incuriosito perché Visibile agli occhi non si ferma qui. Avrà sviluppi e tappe successive, scritture diverse, metamorfosi transmediali e noi avremo ancora la possibilità di lasciarci sedurre e rapire da questo universo multisensoriale creato con abilità da Tiziana e di dare il nostro contributo. Stay tuned!
… non so quando hai avuto il tempo di visitare tutti i paesi che mi descrivi. A me sembra che tu non ti sia mai mosso da questo giardino … ” (Kublai Kan)

Credits:

Autrice e ideatrice: Tiziana Amicuzi

Voci delle città: Maria Luisa Bigai, autrice regista attrice; Valeria Cotura, attrice; Valentina Faraoni, attrice; Claudia Franzoni, attrice; Paola Marzano, pittrice artista visiva; Ilaria Onorato, attrice; Chiara Giorgetti Prato, transmedia producer; Angela Sajeva, attrice storytelling; Gaia Zangrilli, attrice.
Frammenti: cardcode del progetto GTbox in mostra alla Biennale di Venezia 2012, al Museo Macro e alla Casa delle Letterature di Roma per il Festival Belvedere 2012, autori Tiziana Amicuzi e Giulio Pascali
Mediapartner: cityMakersGT, produrre la città e’ un gioco!
Transmedia Producer: chiaraGP
In collaborazione con il collettivo Operaincorso