A volte si può compiere un atto politico anche scegliendo di comprare un giornale che normalmente non compreremmo. Per carità sono tifosa anch’io di sport. In particolare di calcio (Forza Toro!) e di rugby, però sabato 11 luglio ho comprato SportWeek per sostenere la bella iniziativa portata avanti con la copertina e gli approfondimenti.

 

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Si perché vivo in Italia, un paese che nel 2015 ancora non riconosce diritti e possibilità a tutti i suoi cittadini indipendentemente dal loro orientamento sessuale. E soprattutto perché – incredibilmente – nel 2015 c’è ancora chi ha letteralmente paura quando vede per strada due uomini o due donne che si baciano. Figuriamoci se a farlo sono due sportivi, simbolo del machismo.

L’approfondimento di SportWeek, invece, parte dalla Libera Rugby di Roma, un vero e proprio sinonimo di lotta ai pregiudizi, di orgoglio, di sport. La Libera è inclusiva perché, in quanto prima squadra ovale italiana gay-friendly, è aperta ad atleti di qualsiasi orientamento sessuale. Il capitano Umberto Cesaro, per esempio, è etero.  Ma non solo all’interno del giornale si parla di sport e omosessualità, si raccontano le storie di outing, di chi ha avuto timore e di chi lotta per uscire dall’invisibilità. Insomma una lettura caldamente consigliata.

 

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