Questo post è veramente strano per il mio blog. Non mi capita mai di segnalare un evento quando questo non è più visitabile ma questa volta non potevo fare altrimenti. Oggi infatti sono finalmente riuscita ad andare alla mostra di David LaChapelle al Palazzo delle Esposizioni di Roma e oggi era l’ultimo giorno. Il fotografo e regista americano David LaChapelle è famoso per le sue foto ironiche e glamour, per l’iconografia spinta ma diretta e per un rapporto di devozione unico nel suo genere con l’arte e con la fede. La sua carriera è iniziata negli anni ’80 come fotografo di riviste, al fianco di Andy Warhol, poi ha realizzato videoclip e servizi fotografici con ogni genere di personaggio del mondo dello spettacolo e della musica. Nel 2006 dopo una visita privata alla Cappella Sistina decide di realizzare il “suo” diluvio (The Deluge), la gigantesca fotografia del diluvio contemporaneo con protagonisti gli individui e gli idoli odierni.

 

pietà

 

La mostra, curata da Gianni Mercurio, si apre proprio con il Diluvio e la serie Awakened, per poi mostrare tutto quello venuto dopo.

Più di cento scatti e opere in mostra svelano un viaggio ai limiti della realtà, tra «sogni post-pop», «sperimentazioni surrealiste e astrattiste», che spingono il visitatore in una dimensione in cui regnano l’eccesso e il paradosso, specchio della “società dell’immagine”: «le scene cui LaChapelle ci ha abituato – spiega il curatore – riflettono una molteplicità di combinazioni inedite, non soggette alla linearità delle sequenze logiche o temporali, contrassegnate da un intreccio di segmenti narrativi che spesso sfociano nel conflitto di senso e nel cortocircuito visivo».

Davvero una mostra epica.