Ispirato dallo splendido monologo recitato da Valerio Mastandrea a E poi c’è Cattelan, che divenne viarale e fu condiviso da tantissima gente, ecco che nelle sale arriva Figli, scritto da Mattia Torre, che il film avrebbe dovuto anche dirigerlo ma non ha fatto in tempo perché stroncato dalla malattia.

“I primi 3 mesi sono stati la quiete prima della tempesta e se fossi stato un saggio capo indiano avrei sentito la tempesta arrivare.Mi ami? Sei incinta? Sì” Così inizia il film, girato da Giuseppe Bonito, 45 anni, che con Torre ha lavorato a lungo. Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea: interpretano Sara e Nicola, coppia innamorata e felice, con una figlia di sei anni. Tutto perfetto fino all’arrivo del secondo figlio.

La pellicola racconta con ironia e rabbia una serie di momenti caratterizzanti della difficile vita di una coppia che si trova a gestire la quotidianità tra lavoro, impegni dei figli (le temutissime e attualissime chat scolastiche piuttosto che le feste dei bambini) senza un reale appoggio statale, familiare e amicale. Un film che definirei sulla solitudine della coppia.

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Certo si ride, perché alcune gag sono davvero esilaranti, come la carrellata dei genitori tipo (e quanti ne ho conosciuti che corrispondevano decisamente a queste descrizioni tra l’all natural e l’all freak) e poi chi non è andato, preso dall’esasperazione,  dalla pediatra-guru? Quella che ti dice cose abbastanza ovvie ma rassicuranti e tu piangi perché sei stanco e faresti di tutto per il tuo bambino.

Però nel film si “digrignano anche i denti”, per tante cose che – forse, forse – avremmo voluto urlarle anche noi (magari non la stessa foga finale) sono riassunte nel violento e bellissimo monologo di Sara con sua madre …. davvero da standing ovation con la gentilissima incursione di Nicola che dice “Va beh” (tipo dai andiamo….) seguito dall’altrettanto feroce monologo della madre. O come gli assenti genitori freak di Nicola che al posto di aiutarlo un pò, gli comunicano che vogliono fare un figlio anche loro e che avranno bisogno del suo aiuto.

Oggi la famiglia è in forte crisi e le unioni sempre più precarie. Mancanza di tempo, di dialogo, preoccupazioni, disparità di carico emotivo che continua a pesare sempre maggiormente sulla madre, fanno sì che alla fine ci si ritrovi estranei e soli proprio al suo interno. Ci si sente invisibili agli occhi del partner troppo presi a compilare tabelle excel o cartacee con i post it delle cose da fare, delle medicine da dare, dei turni, ecc.

A questo proposito mi viene in mente Nicola che interpellato nel film alla domanda “tu cosa hai fatto oggi?” risponde “La lavastoviglie e mi hanno visto tutti che la facevo”. Ecco questo è proprio quel carico che ben descrive  Emma nel suo libro “Bastava chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano” che vi consiglio caldamente

bastava chiedere

Il film a me è piaciuto moltissimo e mi è piaciuto molto anche battibeccare all’uscita della sala con altri avventori, di altre età (il dibattito è sempre costruttivo e se si discute vuol dire che c’è “trippa per gatti”). Non credo che sia mai esistita la famiglia perfetta che supportava in tutto la nuova famiglia ma credo seriamente che il sistema attuale lasci la famiglie molto sole e abbandonate (spesso i nonni lavorano ancora e con tutta la buona volontà non ci sono).

ChiaraGP consiglia questo film e anche un pò di riflessioni!