Oggi sono passati esattamente 100 anni dalla nascita di Vivien Leigh (5 novembre 1913, Darjeeling, India), una delle più conosciute e amate attrici cinematografiche di tutti i tempi. In realtà la Leigh recitò solo in una ventina di film  ma fu una bravissima attrice teatrale, spesso diretta dal secondo marito Sir Laurence Olivier che la descrisse così nel 1983: « Era seducente e nel modo più perturbante che avessi mai incontrato. Forse era per via di quello strano, quasi commovente lampo di dignità che c’era in lei, e che rendeva schiava l’ardente schiera dei suoi ammiratori ». La sua immagine di icona di bellezza però sarà sempre collegata a due personaggi femminili che le regalarono anche due premi Oscar: Rossella O’Hara, la protagonista di Via col vento di Victor Fleming (1939), e Blanche Dubois in Un tram che si chiama desiderio di Elia Kazan (1952).

 

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La vita della bellissima Leigh però non è stata splendente come la sua carriera: un carattere complesso, depresso, Vivien convisse per quasi vent’anni con un disturbo bipolare che complicò le sue relazioni sociali e professionali, e con una tubercolosi che la portò alla morte nel 1967, a soli 53 anni. Il Victoria e Albert Museum di Londra ha comprato dagli eredi di Vivien Leigh un fondo di oltre 7500 lettere private e mai rese pubbliche, telegrammi, diari e fotografie che spaziano dal 1929 all’anno della morte dell’attrice.

Corrispondenze fitte e continue: da Thomas S. Eliot, Arthur Miller, Tennessee Williams, Marilyn Monroe, Graham Greene e Cary Grant fino a Orson Welles, Lauren Bacall, Humphrey Bogart, Gary Cooper. Ma  anche lettere sporadiche come quella a Elisabetta II o a Winston Churchill.

Nel 1951 quando recita con Marlon Brando in Un tram che si chiama desiderio, Tennessee Williams le scrisse: «È inutile ripeterti la mia autentica, enorme felicità per il film e, specialmente, per il ruolo che hai tu: sei la Blanche (DuBois – ndr) che ho sempre sognato e ti sono riconoscente di averla portata così bene a vivere sullo schermo».

Anche la depressione che la tormenta è presente nelle corrispondenze. Ogni volta che si riprende Vivien scrive lettere di scuse e spiegazioni al marito (ndr divorziarono nel 1960). E questo lato oscuro così doloroso e celato agli occhi del pubblico rende ancora di più Vivien un icona di un’epoca che ha anticipato la nostra.