Nel 1336 una famiglia religiosa di certosini fondò la Certosa di Calci, un complesso monumentale vasto e di straordinaria bellezza, erroneamente spesso chiamato la Certosa di Pisa per la vicinanza della cittadina di Calci con il capoluogo, che nel 1972 fu abbandonato dai pochi monaci rimasti e divenne Museo Nazionale.

Qui è possibile fare un rapido tour virtuale della Certosa.

Ancora oggi è possibile ripercorrere la storia di quest’ordine monastico visitando ampie aree di questo complesso: il chiostro grande, il refettorio, una cella, la foresteria, le cappelle, la chiesa e la farmacia. Proprio quest’ultima ha colpito a fondo nel mio immaginario così soggetto a fascinazione per gli ambienti scientifici antichi.

La farmacia della Certosa di Calci è di una bellezza da togliere il fiato! Come solito nel Medioevo, anche a Calci si praticava l’attività fitoterapica e erboristica. Nella Certosa c’era un’officina per la preparazione di prodotti a base di erbe gestita dal monaco speziere (o speziale). I prodotti venivano preparati e usati internamente ma anche commercializzati all’esterno.

Purtroppo oggi l’orto delle erbe officinali non è più visitabile ma il locale della farmacia con i suoi armadi, il bancone (ingegnosamente realizzato con solchi che permettevano all’acqua di scorrere senza rovinare il legno) e le decorazioni pittoriche originali sono la testimonianza dell’importanza data a questa parte della struttura.

Non solo, il locale ospita svariati volumi manoscritti che venivano incrementati per essere usati come ricettari per la produzione di unguenti, medicamenti e infusi. Per non parlare della straordinaria bilancia tutt’oggi perfettamente funzionante e in grado di pesare con precisione anche un singolo foglio di carta.

Entrando nella farmacia della Certosa di Calci l’impressione forte è che il tempo si sia fermato, sembra di scorgere operosi monaci vestiti di bianco al lavoro, di sentire il rumore dei cocci e l’odore delle erbe aromatiche coltivate con dedizione in un giardino botanico che si trova descritto già in un testo settecentesco dedicato alla Certosa.

Da non perdere.