Oggi Romics ha ospitato la conferenza che da il titolo a questo post: Supereroi nei Supermedia. Una conferenza coordinata e organizzata da Max Giovagnoli (scrittore, transmedia producer e Media Design Coordinator allo IED di Roma), nella quale sono intervenuti Federico Gironi (presentatore e giornalista, Coming Soon television) e Roberto Genovesi (Direttore Artistico,  Cartoons on the Bay).

Il 2012 è stato l’anno dei supereroi nel cinema (basti pensare a The Amazing Spider-man e The Dark Knight Rises), nei videogames, nelle app, nelle graphic novel con  grandi piani di comunicazione e artwork disseminati in tutto il mondo a caccia dei geeks e dei consumatori attivi (i prosumers) dei nuovi media digitali. Ma come è cambiato il modo di immaginare e comunicare l’eroe, dai comics alla nuova era transmediale? Questo è stato il tema dell’incontro che è stato arricchito con contenuti multimediali dedicati alla stagione appena chiusa e alle nuove release del 2013.Federico Gironi ha brillantemente descritto il processo che ha portato Hollywood a rendere quella che era una cultura di nicchia (anche detta una subcultura) in una cultura di massa, ovvero dal fumetto al film mainstream.
Questo processo è stato reso possibile grazie ad alcune caratterististiche insite nei fumetti dedicati ai supereroi quali: la serialità ma anche le grandi possibilità di mutamento dei materiali.
Esempio perfetto è quello della dicotomia tra il Batman di Nolan (DC Comics) e lo Spiderman (Marvel) di Raimi. Il primo caratterizzato da una forte insistenza contenutistica, il secondo da una compenetrazione del linguaggio cinematografico con il fumetto. Ma si è parlato anche di the Avengers come del primo film collettivo dei supereroi realizzato da un regista che proveniva da quella subcultura e che quindi poteva renderla mainstream in maniera credibile agli occhi del pubblico di quella cultura.
Max Giovagnoli ha sottolineato l’importanza e la serietà dei supereroi attraverso alcune caratteristiche (ad esempio i supereroi vengono da lontano, hanno molte similitudini con divinità greche e figure tratte dall’epica).
Giovagnoli ha poi ipotizzato una suddivisione in due tipologie di supereroi: i mutanti (cioè quelli che portano con sé il messsggio che “we embody the theme of the hero”) e gli eroi dell’altro mondo (cioè coloro che ci permettono di evadere dal mondo che ci appartiene).
Questi film richiedono un livello di engagement. Il pubblico degli H Movies (Heros Movies) è composto da persone curiose, desiderose di sharare, commentare, partecipare. Il fenomeno dei Superoi ha permesso la rivalutazione del ruolo di quelle persone che un tempo venivano definite Nerd e oggi sono Geek.
Roberto Genovesi ha sottolineato come cultura e industria non sono più universi paralleli, marketing e narrazione compenetrano tra loro. Ha sottolineato come prima il comparto della produzione era separato da quello del marketing mentre oggi non è più così, prima la pubblicità era focalizzata su un controllo del pubblico (del target), ora sul consenso del pubblico. Le storie non sono più lineari nè vanno verso un ricevente passivo. Questo è quello che viene definito il “Dragonfly Effect”: la libellula ha 4 ali che si muovono in 4 direzioni diverse ma per raggiungere 1 unica traiettoria. Questo è possibile grazie a un focus (identificare un obiettivo), grabbing the attention (quindi rendere il pubblico come soggetto attivo) e il taking action.
Insomma il marketing come modalità di coinvolgimento chi assiste per renderlo autore della storia.